22) | Schmidt, Johann Friedrich Julius (1825-1884), Charte der Gebirge des Mondes, Berlin, In Commission bei Dietrich Reimer, 1878 | |
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La mappa di Schmidt fu il culmine della selenografia del diciannovesimo secolo. Pubblicata in 25 fogli, se fosse stata disposta su un'unica superficie avrebbe avuto un diametro di quasi due metri. Ci sono rappresentati più di 33.000 crateri (contro i 7.100 della carta di Lohrmann e i 7.800 di quella di Beer e Mädler). Per la maggior parte delle posizioni Schmidt si basò sui lavori dei suoi predecessori, ma comunque determinò personalmente l'altezza di oltre 3.000 montagne usando la tecnica inventata dal suo compatriota Schröter, il cui libro lo aveva spinto a dedicarsi all'astronomia. La mappa fu pubblicata in fotolitografia dall'ufficio dello Stato Maggiore Prussiano. | ||
La sezione 23 della mappa mostra gli altipiani meridionali, una delle regioni più difficili da cartografare in dettaglio. L'illustrazione è una piccola frazione di questa sezione: si vedono i crateri Clavius in alto (con il numero 8), Maginus in centro a sinistra (7) e Tycho in basso a destra (1). Questo dettaglio può essere confrontato con quello tratto dalla mappa di Lohrmann (vedi la scheda 23), nonché con la prima cromolitografia di Schmidt (vedi la scheda 17). |
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