Lyra


Lyra


Nome italianoLira

Stelle
maggiori
alpha LyraeVegamagn. 0,0AR: 18h 36m 56.30sDec: +38° 47' 00.6"
gamma LyraeSulafatmagn. 3,3AR: 18h 58m 56.61sDec: +32° 41' 22.3"

DescrizioneCostellazione notevole, seppur non molto estesa, compresa tra Hercules e il Cygnus.

La Lyra contiene la quinta stella del cielo in ordine di luminosità: si tratta di Vega, una stella bianco-azzurra distante 26 anni luce. Assieme a Deneb del Cygnus e ad Altair dell'Aquila, Vega forma il cosiddetto Triangolo Estivo. Vicino a Vega si trova epsilon Lyrae, una stella quadrupla nota anche con il nome di Doppia doppia: è formata, infatti, da una coppia larga di stelle bianche di quinta magnitudine, separabile facilmente con un semplice binocolo, e ciascuna delle due componenti è a sua volta una doppia (per vedere tutte e quattro le stelle servono strumenti di media potenza). Altre stelle multiple sono beta, delta e zeta Lyrae, separabili con binocoli o piccoli telescopi.

M57Tra beta e gamma Lyrae si trova M57, una nebulosa planetaria chiamata Ring Nebula per la sua caratteristica forma ad anello. Con i piccoli telescopi essa appare come un evanescente disco ellittico: per vedere il buco centrale sono necessari strumenti di almeno 150 mm. Ma la bellezza della Ring Nebula viene messa in risalto soltanto in fotografie a lunga esposizione.


Mitologia
e storia
La costellazione rappresenta la lira costruita da Ermes con un guscio di tartaruga e donata ad Apollo, il quale, a sua volta, la regalò a Orfeo. Orfeo era un magnifico musicista: quando cantava e suonava tutte le creature lo ascoltavano incantate e lo seguivano.

Orfeo si unì alla spedizione degli Argonauti (vedi la mitologia della Carina), alla quale fu di grande aiuto quando la nave Argo si trovò a passare presso l'isola delle Sirene, le quali incantavano i marinai e li rendevano incapaci di allontanarsi facendoli poi morire: il suono della lira di Orfeo sedusse pure loro rendendole inoffensive.

Orfeo sposò la bella Euridice. Un giorno la fanciulla venne insidiata da Aristeo: fuggendo, ella incespicò in un serpente che la uccise con il suo morso velenoso. Orfeo si recò allora nell'oltretomba per chiedere che la moglie adorata gli fosse restituita: il suo canto intenerì anche Ade, dio dei morti, che concesse ad Euridice di tornare nel mondo dei vivi. Ad una condizione: Orfeo non doveva voltarsi a guardare indietro finché lui ed Euridice non fossero usciti dall'oltretomba. Ma quando furono ormai giunti quasi alla fine del tragitto, Orfeo non poté impedirsi di controllare che la moglie lo stesse seguendo e si voltò: ed Euridice venne trascinata indietro nel regno dei morti.

Oppresso dal dolore, Orfeo respinse tutte le donne che si offrirono di sposarlo: Ovidio, nelle Metamorphoses (libro XI, vv. 1-66), racconta che allora alcune donne, offese dal suo rifiuto, lo assalirono e lo fecero a brani. L'ombra di Orfeo scese nell'oltretomba, dove rimase per sempre assieme alla sua amata Euridice: Eurydicenque suam iam tutus respicit Orpheus.


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