20) | Nasmyth, James Hall (1808-1890) e Carpenter, James (1840-1899), The Moon: Considered as a Planet, a World, and a Satellite, Second edition, London, John Murray, 1874 | |
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Nasmyth fu allevato in una famiglia di artisti, fece fortuna come fabbricante e inventore, e andò in pensione occupandosi di astronomia. Nel 1842 si costruì un riflettore da 20" (inventando il cosiddetto "fuoco Nasmyth") e cominciò a concentrarsi nello studio della Luna. Nasmyth portò la fotografia al servizio della selenografia in un modo insolito. Poiché la fotografia non era ancora avanzata al punto da riprendere i dettagli della superficie lunare, Nasmyth costruì dei modelli di gesso basati sulle osservazioni visuali e quindi li fotografò.
Per questo libro, le fotografie furono stampate seguendo il difficile procedimento Woodburytype, che forse è il metodo più accurato che esista per la riproduzione di fotografie: esso, infatti, non ha alcuna grana, giacché non utilizza dei puntini per riprodurre le tonalità. Viene fatta una matrice di piombo in rilievo, in modo che i toni scuri corrispondano alle aree scavate e quelli chiari alle aree lisce, e quindi si sparge sulla matrice dell'inchiostro in gelatina: la stampa finale mostra i contrasti secondo lo spessore dell'inchiostro. |
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L'immagine è una veduta del cratere Archimedes e dei monti Appennini. L'altezza delle montagne nel modello non è molto accurata: l'ombra più lunga, infatti, dovrebbe essere proiettata dal Monte Hadley, quello all'estrema sinistra rispetto al centro. Nella sua ombra, circa un secolo dopo questa fotografia, l'Apollo 15 diventerà la quarta missione a portare esseri umani sulla superficie lunare. |
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