Editoriale

Cari amici,

da qualche tempo esiste un crescente dibattito nella comunità degli astrofili su quello che debba essere il ruolo dell'appassionato: una riflessione che investe, nel piccolo, anche la nostra associazione. È un discutere continuo su quale sia la specializzazione più "nobile" per un astrofilo, un lezioso distinguere fra osservazione povera e ricerca agiata: è una situazione, non lo nascondo, che mi mette a disagio ed invita ad alcune considerazioni. Ho sempre creduto personalmente che un vero astrofilo, completo, sia colui che s'interessa e parla con competenza di tutto ciò che riguarda l'astronomia amatoriale: certo non raggiungerà livelli d'eccellenza nella fotografia astronomica o nella divulgazione, non scoprirà mai supernovae o asteroidi, ma avrà una preziosa conoscenza globale dell'astronomia, apprezzando con intelligenza ed umiltà tutti gli aspetti della scienza celeste.

Chi realizza una splendida fotografia di M31 non è certo migliore di chi disegna un pianeta con un piccolo strumento: l'appassionato che scopre supernovae non dovrebbe avere più meriti di quello che spiega con semplicità l'evoluzione stellare ad una classe di studenti. Uso il condizionale perché purtroppo non è così: l'astrofilo che spende ore davanti ad un monitor nel cercare puntini luminosi è guardato con riverenza. L'astrofilo che spende le stesse ore all'oculare del telescopio godendo semplicemente di quello che vede, è un perditempo. Spero di non attirarmi troppe critiche se definisco, nella mia personale esperienza, un appassionato dedito solo alla fotografia un astrofotografo, o un cacciatore di supernovae un ricercatore, ma non astrofili nel senso più ampio del termine: amanti degli astri, desiderosi di conoscere tutto quello che c'è in cielo, con un approfondimento ed attenzione a 360 gradi.

Ricordandosi sempre che non siamo astronomi, e che dovremmo impiegare la nostra meravigliosa passione come occasione per divertirci imparando, per migliorare e stare assieme ad amici con gli stessi desideri.

Cieli sereni... come sempre!

Christian Lavarian