Associazione Astrofili Trentini
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Notiziario n. 22 - Autunno 2000


Acqua su Marte?

di Christian Lavarian (Associazione Astrofili Trentini)


La notizia, lanciata tramite uno scoop giornalistico su Internet alcune settimane fa, e ripresa poi da agenzie e media in tutto il mondo, è di quelle che fanno discutere ed anche sognare: su Marte esiste acqua allo stato liquido, ed anche in abbondanza a quanto pare. Con tante clamorose implicazioni: in particolare, semplici forme di vita potrebbero esistere ancora oggi sulla desolata superficie marziana. Un mito, quello della vita sul pianeta rosso, ora più vivo che mai.

Le gigantesche Valles Marineris di MarteDettagliate immagini della sonda Mars Global Surveyor, in orbita attorno al quarto pianeta del sistema solare da oltre un anno, avevano rivelato tracce molto recenti della presenza di acqua liquida sulla superficie planetaria. Il clamore iniziale, e tanti scoop davvero ridicoli, come la presunta immagine di un fiume (!) marziano che scorreva placido nell'assolata pianura, hanno finalmente lasciato il posto alla scrupolosa analisi scientifica. La NASA, un paio di giorni dopo la fuga di notizie, aveva dovuto organizzare frettolosamente una conferenza stampa, per non farsi sfuggire la paternità e soprattutto la fruttuosa pubblicità della scoperta: così erano state diffuse numerose inesattezze che non avevano certo giovato alla comprensione del fenomeno.

Il fatto che su Marte, in un passato lontano di almeno 500 milioni di anni, ci fosse stata acqua, e molta, non era certo un mistero: grandi canyon di origine fluviale, depositi lacustri, scarpate continentali in tutto simili a quelle che troviamo sulla Terra avevano fornito prove incontrovertibili che sul pianeta ci fossero stati estesi mari di acqua liquida. Marte allora era un pianeta simile alla Terra, con un'intensa attività geologica ed una densa atmosfera. Con il passare delle ere lentamente si raffreddò, la sua atmosfera divenne un tenue mantello di irrespirabile anidride carbonica e l'acqua evaporò completamente. Oggi troviamo acqua in superficie solamente allo stato solido, frammista ad anidride carbonica, nella calotte polari del pianeta, l'elemento più caratteristico della morfologia marziana e che tanto lo fanno assomigliare alla Terra.

Alcuni scienziati, in tempi recenti, avanzarono l'idea che un ampio spessore di ghiaccio, resto di antichi oceani, si trovasse in profondità, ad almeno due o tre metri nel sottosuolo. Ma che su Marte potesse scorrere tuttora acqua liquida sembrava un fatto geologicamente e fisicamente impossibile, o perlomeno molto improbabile. La temperatura del pianeta in corrispondenza delle tracce recenti di scorrimento fluviale varia infatti tra i 60 e 100 gradi sottozero e la pressione atmosferica è appena un centesimo quella terrestre: in tali condizioni l'acqua eventualmente presente in superficie evaporerebbe subito.

Come spiegare allora le immagini giunte dalla sonda americana, che mostravano segni di scorrimento superficiale d'acqua in corrispondenza di numerose scarpate? La mancanza di crateri da impatto (dovuti alla collisione di meteoriti) e soprattutto l'assenza di polvere sul fondo di questi canali fanno inoltre datare questi fenomeni a non più di diecimila anni fa, con la concreta prospettiva che si verifichino ancora oggi. Un'analisi più attenta delle immagini marziane e soprattutto delle condizioni ambientali interessate, ha permesso di postulare alcune ipotesi credibili su questo tema tanto affascinante e controverso. Come già detto, nel sottosuolo di Marte è probabile l'esistenza di ghiaccio, ad alcuni metri di profondità: in presenza di una debole attività geotermica residua questo ghiaccio potrebbe fondere ed essere spinto fino in superficie. Se i volumi di acqua coinvolti fossero decisamente elevati (almeno dieci milioni di litri), questa potrebbe scorrere per poco tempo in superficie creando i caratteristici brevi canali con un deposito sedimentario alla foce. Si tratterebbe di acqua molto ricca di sali, e non pura, quindi più resistente all'ebollizione.

Ulteriori ricerche saranno necessarie per chiarire meglio questo inaspettato fenomeno: di certo la NASA ha tratto giovamento da queste nuove scoperte, considerata la cronica carenza di fondi e le difficoltà incontrate nell'ultimo anno dall'esplorazione spaziale americana. La programmazione di nuove sonde esplorative verso Marte per il prossimo millennio darà un impulso fondamentale per risolvere la questione, e potrebbero portare un contributo fondamentale ad una futura colonizzazione del pianeta rosso.

Non dimentichiamo che la NASA ha previsto, forse con esagerato ottimismo, di riuscire ad inviare una navicella con equipaggio umano su Marte intorno al 2020. Le grandi difficoltà tecniche per la sopravvivenza dell'uomo nella desolata e gelida pianura marziana potrebbero trovare un aiuto determinante proprio dall'acqua, se questa potesse essere utilizzata in abbondanza direttamente in loco. Cosa che sembra possibile fare anche sulla Luna, se verrà definitivamente confermata la presenza di ghiaccio all'interno di numerosi crateri vicino ai poli del satellite.

Il sistema solare sembra diventare ogni giorno più ospitale per la vita umana: esploriamolo con coscienza.


Christian Lavarian è fortemente impegnato da molti anni nel campo della divulgazione astronomica e della didattica scientifica, attraverso conferenze, corsi, lezioni al planetario e all'Università. Ama tutto ciò che è astronomia.


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