Notiziario n. 12 - Primavera 1998 |
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Le grandi comete del passato |
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a cura di Paolo Bussola e Pino Aliberti (Circolo Astrofili Veronesi) |
Rovistare nel caos eterno che regna nella mia casa è spesso assai fruttuoso. Così, un po' di tempo fa, trovai dei calendari dei Reali Osservatori di Roma e Napoli dal 1900 al 1930 posseduti dal prof. Evandro Baldini.
Oltre ad essere dei documenti storici di valore (molti di quelli di Napoli sono autografati con dedica al Baldini da parte del direttore dell'Osservatorio prof. Bemporad) riportano notizie molto interessanti. In particolare il Calendario del Reale Osservatorio di Napoli per l'anno 1928 riporta uno studio sulle comete realizzato dal Bemporad. Oltre alle teorie sulle comete che oggi possono apparire, per alcuni aspetti, superate vi è la parte relativa alle grandi comete del passato che assume un grande interesse.
Queste le comete:
La grande cometa del 1843
"La grande cometa del 1843, sotto molti riguardi una delle più notevoli del secolo, apparve all'improvviso sulla fine del febbraio 1843, in immediata vicinanza al Sole. Nei paesi più meridionali era visibile ad occhio nudo in pieno giorno, cosicché alcuni astronomi poterono misurare direttamente la sua distanza angolare del Sole, che il 27 febbraio era di 1 grado e mezzo appena. Peraltro diminuì di splendore molto rapidamente e in poco più di un mese scomparve del tutto, anche per i cannocchiali. La grande singolarità della sua orbita consiste in questo che si avvicinò al Sole più di qualunque altro corpo celeste conosciuto, si avvicinò tanto che con un cambiamento impercettibile dell'orbita primitiva un urto sarebbe stato inevitabile. La distanza perielia dal centro del Sole importò infatti appena 820000 km. e quindi la distanza dalla superficie appena 130000 km. In altri termini la cometa si avvicinò al Sole a meno di un quinto del suo raggio, cioè ad una altezza inferiore a quella raggiunta dai materiali eruttivi nelle più potenti manifestazioni della attività solare (prominenza del 25 marzo 1895: altezza di 452000 km. secondo una fotografia di HALE). Corrispondentemente la coda raggiunse lo sviluppo enorme di non meno che 250 milioni di km., quanto la distanza afelia di Marte. Il calcolo della sua orbita, data la rapidità della apparizione, lasciò grande incertezza. I vari calcoli condussero a tempi periodici di 530, di 175, di 150 e perfino di 37 anni. Quest'ultimo valore corrispondeva alla ipotesi che la cometa del 1843 fosse identica a quella del 1880 I, dato che le orbite delle due comete presentavano grande somiglianza fra loro. Le ricerche minuziose svolte da KREUTZ intorno al sistema delle comete del 1843 del 1880 I e del 1882 II mostrarono che di identità non è assolutamente il caso di parlare, dato che il tempo periodico è certamente dell'ordine di 600 anni, che però le orbite di queste tre comete sono pochissimo diverse, cosicché può pensarsi che si tratti di frammenti di una medesima cometa andata in pezzi, come quella di BIELA."
A. Bemporad
La cometa di Donati
"La cometa di Donati del 1858, una delle più belle ed importanti dello scorso secolo, brillò nel cielo di ponente nell'autunno del 1858. Al contrario delle precedenti si sviluppò a poco a poco da una cometa telescopica insignificante ad una delle più splendide apparizioni. DONATI la scoprì la sera del 2 giugno 1858, a Firenze, come una debole massa nebulosa di 3' di diametro. Solo verso la metà di agosto cominciò a svilupparsi una coda, che però verso la fine del mese, mentre la cometa era divenuta appena percettibile a occhio nudo, arrivava appena alla lunghezza di mezzo grado, cioè quanto il diametro della Luna. Da allora in poi crebbe rapidamente; nucleo e coda si svilupparono a vista d'occhio e nella seconda metà di ottobre, subito dopo il passaggio al perielio, raggiunse il massimo splendore. La sera del 5 ottobre offriva un aspetto particolarmente bello per la circostanza che la testa venne a trovarsi vicinissima alla stella Arturo, di prima grandezza, e un ramo rettilineo della coda passava vicino alle stelle della Corona Boreale, mentre la coda principale appariva incurvata a forma di piuma. La massima lunghezza apparente della coda fu di circa 60 gradi, la lunghezza effettiva raggiunse i 70 milioni di km. Sorprendenti fenomeni si notarono nella testa. A intervalli di 4 giorni fino a 7 e più si svolgevano dal nucleo involucri successivi che a poco a poco si dilatavano, passando nella coda. Nell'ottobre la cometa volse rapidamente verso sud e scomparve alla vista pei paesi settentrionali, mentre poté essere seguita fino al marzo 1859 dai paesi dell'emisfero australe".
A. Bemporad
La cometa dell'agosto 1862
"Tra le più grandi e interessanti comete è da annoverarsi anche la cometa dell'agosto 1862. A somiglianza di quanto si è osservato nelle due ultime apparizioni della cometa di HALLEY, anche per questa cometa la materia luminosa della coda parve soggetta ad oscillazioni pendolari, i cui periodi, secondo le stime fotometriche dello SCHMIDT coincidevano coi periodi della variazione di luminosità del nucleo e della variazione di forma della testa. Le tre specie di fenomeni si ripetevano per ordine in capo a tre giorni. Oltre la coda principale se ne vide per breve tempo una seconda. La direzione della coda principale che in principio era diametralmente opposta al Sole, verso la metà di agosto formava un angolo di 15 gradi colla detta direzione. SCHIAPPARELLI, come già BESSEL per la cometa di HALLEY, vedeva in questo una prova dell'azione repulsiva esercitata dal nucleo. Lo stesso Schiapparelli fu il primo a notare la grande somiglianza, quasi l'identità, dell'orbita di questa cometa con quella delle stelle filanti di agosto, ciò che induce a ritenere che in generale tutte le stelle filanti non siano altro che frammenti di materia cometaria e che lo spazio sia riempito di correnti meteoriche di cui a noi è dato conoscere solo quelle che incontrano l'orbita terrestre. Questa cometa, data la brevità del periodo di 110 anni, è già da ascrivere fra le comete decisamente periodiche."
A. Bemporad
La cometa in questione è la Swift-Tuttle che si pensa sia la cometa generatrice delle Perseidi. In seguito a calcoli più precisi si dedusse che il periodo fosse di 120 anni. Ci si aspettò quindi il passaggio di questa cometa intorno al 1982, ma invano. D'altra parte, considerando che è impossibile non aver aver visto la cometa per sfavorevoli condizioni geometriche data la sua elevata luminosità nello scorso passaggio, è da ritenere che il periodo sia più lungo di quello previsto. Un'altra prova al riguardo può essere trovata esaminando direttamente le Perseidi: in genere la frequenza delle meteore va aumentando quando la cometa generatrice, od i suoi resti, si avvicinano alla Terra. Ebbene, in questi ultimi anni, la frequenza delle meteore si presenta piuttosto al di sotto della media, superata in alcuni anni da quella delle Geminidi (assai grandemente nel 1988). Un picco delle Perseidi si ebbe invece nel 1980, quando purtroppo la Luna influì pesantemente sulle osservazioni.
Nota di Paolo Bussola
La cometa di Coggia
"La cometa di Coggia scoperta il 17 aprile 1874, fu in principio assai debole e non si distingueva in nulla dalle ordinarie comete telescopiche. Sui primi di giugno divenne visibile ad occhio nudo e da allora si sviluppò molto rapidamente. Dal piccolo nucleo alquanto ovale sgorgò la materia luminosa, dapprima in forma di due semplici archi luminosi che si prolungavano nella coda nettamente delimitata all'interno, poi, nel luglio, in maniera più complicata, con vari settori luminosi in parte sovrapposti, situati ora da una parte ora dall'altra del nucleo, indizio manifesto di una rotazione dei getti di materia cometaria intorno all'asse della cometa. La coda, che si era resa visibile nel telescopio a metà di maggio, raggiunse i 15 gradi nei primi di luglio, poi, dopo il passaggio al perielio (9 luglio) guadagnò ancora notevolmente in estensione e luminosità, tanto che fra il 15 e il 23 luglio era ancora visibile intorno alla mezzanotte come il fascio di un potente riflettore, quando il nucleo era già tramontato da un pezzo. La sua lunghezza raggiungeva verso questa epoca da 52 a 60 gradi. A metà luglio divenne invisibile per l'emisfero settentrionale, però le osservazioni continuarono nell'altro emisfero fino ai primi di ottobre."
A. Bemporad
La cometa 1882 III
"La cometa del settembre 1882 III, trovata ad occhio nudo da diversi il 3 settembre ed osservata da FINLAY il giorno 8 successivo al Capo di B. S., venne notata indipendentemente in pieno giorno e vicino al Sole da COMMON e THOLLON. La somiglianza che questa cometa presentò, per quanto riguarda la visibilità diurna, colla cometa del 1843, non si limita a questa circostanza superficiale, ma si estende, come si è già accennato, anche agli elementi dell'orbita. Questa cometa è l'unica nella storia della astronomia che sia stata seguita fino al suo ingresso nel disco solare. Tale osservazione fu fatta da FINLAY ed ELKIN all'Osservatorio del Capo. Del resto la cometa scomparve completamente prima ancora di raggiungere il bordo solare. Sotto l'aspetto spettroscopico questa cometa riuscì somigliante ad un'altra cometa, meno appariscente, ma notevolissima per lo spettro, scoperta il 17 marzo dello stesso anno (1882 I) da WELLS in Albany (S. U.). In ambedue erano visibili le due linee gialle del sodio, ma nella cometa di WELLS queste due linee erano cosi intense da dare una forte colorazione gialla a tutta la testa. MULLER misurò con un fotometro l'intensità luminosa del nucleo e riconobbe un aumento di luminosità assai più forte di quello che avrebbe dovuto verificarsi, se la luminosità del nucleo fosse dovuta soltanto a luce solare riflessa. Notevole è anche il fatto che, durante la comparsa delle linee del sodio, le ordinarie bande cometarie (spettro SWAN) scomparivano. Questo è indizio di forte eccitazione elettrica dei gas, perché nelle esperienze di laboratorio si è riscontrato che le linee dei metalloidi e dei composti scompaiono, quando nella massa incandescente si trova un metallo. Questo allora sembra divenire il solo veicolo della energia elettrica."
A.Bemporand
La grande cometa 1882 II
"Nella grande cometa 1882 II vennero osservati anche notevoli cambiamenti nell'aspetto del nucleo. Mentre dapprima era perfettamente rotondo, verso la fine di settembre si fece allungato con due distinti nodi luminosi. Sul finire di ottobre si distinguevano quattro nodi luminosi di ineguale luminosità allineati lungo una parallela all'asse della coda. Infine si ebbe una completa separazione della materia nebulare seguita specialmente da SCHMIDT in Atene; la nuova cometa si allontanò rapidamente dall'antica, aumentando la distanza di circa un grado al giorno. La cometa poté essere seguita nell'emisfero meridionale fino alla distanza 4.4 dal Sole, e la sua visibilità si estese ad un periodo di 260 giorni, durante i quali descrisse 340 gradi della sua orbita apparente e si avvicinò fino a circa 466000 km. alla superficie solare. Il suo tempo periodico dai calcoli del KREUTZ risultò di 772 anni. Come si è già accennato, gli elementi dell'orbita di questa cometa presentano una notevole somiglianza con quelli delle comete 1843 I e 1880 I. È però assolutamente da escludere che si tratti di una stessa cometa, la quale, in caso, dovrebbe avere un periodo assai breve, mentre tutte e tre hanno periodo lunghissimo. Si tratta invece di membri di un medesimo sistema di comete che percorrono all'incirca la stessa orbita. Probabilmente una grande cometa in uno dei passaggi precedenti, che può rimontare anche a migliaia di anni addietro, si è divisa, come si è potuto effettivamente riscontrare per la cometa del settembre 1882 II, e poi le singole parti si sono allontanate sempre più. Dato che il processo di scissione può continuare da molto tempo, può darsi che anche altre comete appartengano allo stesso sistema. Infatti KREUTZ ha dimostrato che con grande probabilità anche la cometa del 1680, che ora corre lungo un'orbita diversa, anche quella del 1668 e, per quanto può giudicarsi dallo scarso materiale di osservazione disponibile, anche la cometa del 1702, quella veduta durante l'eclisse solare del 16 maggio 1882 e la cometa 1887 I appartengono tutte a questo stesso sistema."
A. Bemporad
Ecco le Comete più luminose degli ultimi quattro secoli (Halley esclusa). La seguente tabella è tratta da ASTRONOMY NOW del Gennaio 1989.
NOME Dist.Minima Distanza Magn. Magn. dalla Terra Perielica Abs. Max 1618 II 0.36 0.390 4.6 1 / 3 1652 0.17 0.848 5.9 2 / 3 1661 0.62 0.443 4.6 3.5 1664 0.59 1.026 2.4 1 1665 0.90 0.106 4.9 -2 / -3 1668 0.86 0.067 6.0 3 1677 1.01 0.281 4.4 0 / 1 1680 0.44 0.006 4.0 2 1686 1.00 0.336 5 1 1689 0.75 0.064 6.2 3 / 4 1729 3.13 4.051 -3 4 / 5 1737 I 1.12 0.223 4.0 2 1744 0.87 0.222 0.5 -5 1758 1.0 0.215 4.0 -2 1759 III 0.069 0.966 7.3 2 1769 0.35 0.123 3.2 3 1784 0.68 0.708 3.6 4 1785 II 0.71 0.427 5.6 2 1807 1.18 0.646 1.6 1 / 2 1811 I 1.23 1.035 0.0 2 1819 II 0.77 0.341 4.0 1 / 2 1823 0.49 0.227 4.2 3 1830 I 0.15 0.921 5.2 3 1830 II 0.54 0.126 6.2 2 1843 I 0.69 0.006 4.9 -7 1845 III 0.77 0.401 4.0 3 1854 II 0.85 0.277 7.0 2 1858 VI 0.54 0.578 3.3 1 1860 III 0.50 0.292 5.8 1.2 1861 II 0.15 0.822 3.9 2 / 3 1865 I 1.15 0.026 3.8 0 1874 III 0.4 0.676 5.7 1 1880 I 0.69 0.005 8 3 1881 III 0.31 0.734 4.1 2 1882 II 0.98 0.008 0.8 -10 / -20 1887 I 0.6 0.005 6.3 2 1901 I 0.78 0.245 5.9 -2 1910 I 1.12 0.129 5.0 -5 1927 IX 1.0 0.176 5.2 -6 1947 XII 0.87 0.110 6.0 0 1948 XI 0.6 0.135 5.5 1 1957 III 0.66 0.316 5.4 1 1965 VIII 1.025 0.008 6.2 -10 1970 II 0.8 0.538 4.5 0 1976 VI 0.86 0.197 5.0 -3
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