Notiziario n. 8 - Inverno 1996 |
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Notizie dal Jet Propulsion Laboratory: |
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Galileo passa vicino a Callisto |
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a cura di Marco Murara (Associazione Astrofili Trentini) |
Questa mattina, alle 13:34 UT, la sonda Galileo si è trovata per la prima volta vicino a Callisto, passando a 1.104 chilometri da questo satellite gioviano desolato e coperto di crateri.
Si tratta del passaggio più ravvicinato che sia stato fatto finora da una sonda nei confronti di Callisto, la più esterna delle quattro grandi lune di Giove che furono scoperte dall'astronomo italiano dal quale la missione prende il nome, Galileo Galilei. I segnali a conferma dell'evento sono stati ricevuti a Terra con 46 minuti di ritardo, vista la grande distanza che ci separa dalla sonda. I dati raccolti durante questo incontro con Callisto, uniti a quelli che verranno presi in occasione del successivo passaggio nel giugno prossimo, dovrebbero essere utili per rispondere ad alcuni interrogativi riguardo a questo satellite butterato e apparentemente inattivo. In particolare potrebbero dire perché esso sia così differente dai suoi ben più attivi fratelli: Ganimede, caratterizzato da una notevole attività tettonica; Io, punteggiato di vulcani; ed Europa, che potrebbe avere un oceano sotto la sua crosta di ghiaccio. Callisto, dunque, è il più esterno e, in apparenza, il meno attivo dei quattro satelliti maggiori. Con i suoi 4.800 chilometri di diametro, è la seconda luna per grandezza tra le sedici conosciute di Giove. La sua caratteristica più nota è l'aspetto vetusto: la sua superficie, infatti, è la più antica e la più craterizzata di ogni altro corpo osservato nel sistema solare.
"Con i dati ricevuti da questo incontro," afferma il dottor Torrence V. Johnson del JPL, "sapremo perché Callisto è tanto diverso dalle altre lune di Giove. Inoltre, questo passaggio nei pressi di Callisto ci permette di fare alcune osservazioni su altri corpi, come Giove ed Europa. Galileo sta passando a 34.000 chilometri da Europa e a 658.000 chilometri da Giove: guardando le loro facce oscure, dovremmo ottenere dei buoni dati da misurazioni atmosferiche e aurorali". La strumentazione della sonda è stata programmata per esaminare la superficie di Callisto e determinarne la composizione e la storia, nonché per cercare i segni di qualche attività tettonica e gli indizi di ogni campo magnetico che possa essere generato dal satellite. Mentre alcuni dati sono inviati a Terra immediatamente, la maggior parte di essi, comprese tutte le immagini, viene archiviata sui registratori della sonda per essere trasmessa a Terra durante le prossime settimane. Come la più grande luna gioviana, Ganimede, anche Callisto sembra avere un nucleo roccioso circondato di ghiaccio. A differenza degli altri satelliti maggiori, tuttavia, la superficie di Callisto è coperta completamente di crateri provocati da decine di migliaia di impatti meteoritici. Sebbene la velocità di formazione dei crateri non sia conosciuta, gli scienziati ritengono che siano necessari vari miliardi di anni per accumularne un numero così elevato: perciò si pensa che Callisto sia rimasto inattivo altrettanto tempo.
Il passaggio vicino a Callisto segna anche l'inizio di un nuovo sistema di telecomunicazione, creato per massimizzare la quantità di dati provenienti da Galileo che possono essere ricevuti a Terra. Le grandi "orecchie" che ascoltano le sonde NASA nello spazio questa settimana sono state accresciute con l'inaugurazione di un nuovo collegamento tra le stazioni NASA Deep Space Network in California e in Australia e la radioantenna Parkes in Australia. Il collegamento intercontinentale di antenne giganti è stato sviluppato per raccogliere la massima quantità di dati inviati dalla sonda Galileo, la cui potenza di telecomunicazione si è ridotta di molto rispetto a quanto previsto perché quattro anni fa l'antenna principale non si è aperta. Per diverse ore al giorno, queste grandi antenne sono incaricate di ricevere le deboli trasmissioni di Galileo. La tecnica del collegamento delle antenne permette una maggiore velocità nelle operazioni: essa sarà quindi usata quotidianamente per tutta la durata della missione.
Inoltre, alcuni cambiamenti effettuati nel software della sonda fanno sì che ogni bit trasmesso a Terra sia riempito della maggior quantità possibile di informazioni. Di conseguenza, mentre la massa di dati trasmessi da Galileo è relativamente piccola rispetto a prima, la qualità è molto maggiore. "I nuovi sistemi di trasmissione e i nuovi software usati con Galileo rappresentano un ulteriore passo in avanti, utile anche per altre missioni future," sostiene Paul Westmoreland, direttore delle telecomunicazioni al JPL. "Il costo dell'impresa è stato di 30,5 milioni di dollari. I metodi usati e la maggior parte della strumentazione aprono un nuovo periodo di missioni interplanetarie più rapide, proficue ed economiche".
In futuro, dopo la missione Galileo, altre antenne potranno essere aggiunte alla rete per le telecomunicazioni con le sonde. Tra le altre si possono ricordare le ventisette antenne da 25 metri di diametro che costituiscono il Very Large Array di Socorro (New Mexico) e le attrezzature del radiotelescopio da 64 metri di Usuda (Giappone).
La sonda Galileo è stata lanciata con lo Space Shuttle Atlantis il 18 ottobre 1989. La missione è gestita dal JPL per l'Office of Space Science della NASA. L'Home Page del JPL è http://www.jpl.nasa.gov.
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