Notiziario n. 6 - Primavera 1996 |
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L'osservatorio e il museo storico di Capodimonte |
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(Prima parte) |
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di Annamaria Canciello (Oss. Astr. di Capodimonte) |
Una breve visita a questo noto centro astronomico, che continuerà nel prossimo numero.
L'Osservatorio di Capodimonte iniziò la sua attività scientifica nel 1819, poco meno di un secolo dall'istituzione della cattedra di astronomia che nel 1735 Carlo III volle all'Università di Napoli. Durante questo secolo così come era stato fatto a Bologna, a Milano, a Padova e a Palermo, furono fatti alcuni tentativi di utilizzazione da parte di preesistenti edifici ritenuti idonei ad ospitare una specola astronomica. Verificata l'insufficienza delle soluzioni che si erano rese possibili, fu alla fine approvato il progetto della costruzione di un apposito edificio che rappresentò anche il primo caso italiano (al quale, mezzo secolo dopo, nel 1872, fece seguito quello dell'Osservatorio di Arcetri a Firenze) di edificio costruito con lo specifico obiettivo dell'osservazione astronomica.
La prima pietra dell'Osservatorio Astronomico fu posta il 4 novembre 1812, durante il regno di Gioacchino Murat. L'edificio, il cui progetto fu opera dell'architetto Stefano Gasse, fu costruito sulla collina di Capodimonte, all'epoca un luogo sufficientemente lontano dalla città, a circa 150 metri sul livello del mare, il cui orizzonte libero è di 360 gradi.
L'astronomo Federico Zuccari, alla cui volontà e determinazione si deve anche l'esito positivo degli sforzi di un secolo tesi a dare a Napoli un Osservatorio Astronomico, fu incaricato di sovrintendere ai lavori. Questi lavori, per molti motivi, non si svolsero senza ostacoli tra i quali, certamente non ultimi, le vicende politiche di quel tormentato periodo. Ferdinando IV di Borbone, tornato nel 1815 sul trono di Napoli come Ferdinando I delle Due Sicilie, confermò l'interesse della Corona verso l'Osservatorio Astronomico e la disponibilità a finanziarne il completamento. Poiché lo Zuccari versava in cattive condizioni di salute (morì nel 1817), il completamento di tali lavori fu affidato alla competenza di padre Giuseppe Piazzi, già direttore della Specola di Palermo. I lavori finirono soltanto nel 1819. A dirigere l'Osservatorio di Capodimonte fu chiamato, su consiglio dello stesso Piazzi, Carlo Brioschi che mantenne l'incarico fino al 1833.
Posto in un parco di sei ettari, l'Osservatorio comprende, oggi, l'edificio monumentale, sede dell'Osservatorio ottocentesco, nel quale si trovano gli uffici amministrativi, un'aula per seminari, il museo storico e la biblioteca, tre edifici in cui si trovano gli uffici dei ricercatori, i laboratori e le officine e una grande sala-conferenze ricavata recentemente nel terrapieno che sottostava al terrazzo meridionale.
IL MUSEO STORICO
Il museo storico dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, inaugurato il 4 maggio 1992, consta di circa cento oggetti ed è una testimonianza, unica in tutto il Mezzogiorno, di quello che fu la strumentazione astronomica utilizzata in tutto l'Ottocento e nei primi decenni del Novecento.
L'ala orientale dell'edificio monumentale dell'Osservatorio custodisce la maggior parte della collezione. Ma appartengono al museo anche la cupola centrale, la saletta dei pendoli e due padiglioni esterni: quello che contiene il grande cerchio meridiano di Repsold e quello dello strumento dei passaggi di Bamberg, i quali, unitamente alla cupola centrale e alla saletta dei pendoli, costituiscono esempi "autentici" (cioè non ricostruiti su indicazioni e fotografie d'epoca) degli ambienti di lavoro del periodo storico cui si riferisce il museo e ci forniscono, perciò un'esatta e completa informazione su luoghi, strumenti, suppellettili, accessori, vestiti, atmosfera in cui si faceva astronomia nel periodo che va dalla fondazione dell'Osservatorio di Capodimonte ai primi decenni del nostro secolo.
Fine prima parte. Continua sul prossimo numero...
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