Notiziario n. 4 - Estate 1995 |
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Notizie dalle reti telematiche |
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a cura di Marco Murara e Anna Nardin (Associazione Astrofili Trentini) |
(1 giugno 1995)
Il mese scorso i tecnici del Jet Propulsion Laboratory hanno trasmesso vari piccoli cambiamenti di software alla sonda Galileo, che ora si trova a circa 635 milioni di km dalla Terra. Raffinato materiale tecnologico è stato installato su una grande antenna NASA in Australia, al fine di ricevere meglio il debole segnale di Galileo, che in dicembre raggiungerà Giove.
I cambiamenti di software trasmessi alla sonda il mese scorso completano quasi la prima fase di riprogrammazione, per preparare Galileo al suo incontro con Giove, il 7 dicembre; le ultime tre correzioni di software saranno inviate alla sonda alla fine di quest'anno. La trasmissione della seconda serie di aggiustamenti comincerà nel marzo 1996 e comprenderà anche tutte le nuove tecniche di compressione dei dati, tecniche che la sonda utilizzerà durante la sua biennale permanenza nel sistema gioviano.
Il nuovo software e l'apparato delle telecomunicazioni sono elementi chiave di una complessa strategia, sviluppata per assicurare la ricezione dei dati su Giove attraverso la piccola antenna di Galileo, visto che quella grande non si è aperta.
A Canberra, dove si trova il Deep Space Network (DSN) della NASA, un nuovo apparecchio, cioè un amplificatore maser, è stato installato il 21 maggio sull'antenna di 70 metri di diametro e probabilmente aumenterà la sensibilità di ricezione del 20% circa. Canberra sarà la prima stazione DSN a ricevere i dati di Galileo su Giove, con il supporto dell'Australian Parkes Radio Telescope, a nord di Canberra, e di altre stazioni DSN situate in California e in Spagna.
Dal 20 maggio al 28 giugno, Galileo ha attuato un esperimento sulle onde gravitazionali, tentando di confermare la predizione della teoria relativistica di Einstein sull'esistenza di tali onde, mediante un'attenta osservazione della sonda. Infatti, il passaggio di un'onda gravitazionale dovrebbe scuotere debolmente la sonda rispetto alla stazione a terra e quindi causare un lieve spostamento di frequenza nel segnale radio. Galileo ha compiuto esperimenti simili negli anni scorsi, come pure hanno fatto altre sonde spaziali. Fino ad ora non sono state scoperte onde gravitazionali evidenti, sebbene gli scienziati siano ancora nelle prime fasi di analisi dei dati.
Il 31 maggio un esame generale ha stabilito che Galileo è pronto per il rilascio della sonda atmosferica, il quale avverrà il 13 luglio. Dopo il distacco, la sonda volerà indipendente per poi entrare nell'atmosfera gioviana il 7 dicembre, mentre il modulo orbitante raggiungerà il punto designato a circa 1.000 km sopra la luna di Giove Io.
La sonda è in buone condizioni e continua a funzionare normalmente, ruotando a circa 3 giri al minuto e trasmettendo i dati raccolti durante il suo viaggio a 10 e 16 bits al secondo. Ora Galileo si trova a 101,7 milioni di km da Giove e a 785 milioni di km dal Sole; la sua velocità orbitale è di 7,3 km al secondo.
(19 giugno 1995)
La sonda Ulysses ha cominciato ad esplorare il polo settentrionale del Sole, dando inizio alla seconda fase della sua principale missione, che consiste nello studio delle regioni di spazio sopra e sotto il Sole, mai analizzate finora da una sonda.
Ulysses, una missione congiunta NASA-ESA, ha raggiunto i 70 gradi di latitudine nord e trascorrerà i prossimi 110 giorni raccogliendo dati sulle forze che agiscono sopra queste regioni del Sole; essa arriverà alla sua massima latitudine settentrionale di 80,2 gradi il 31 luglio.
Quindi la sonda comincerà ad allontanarsi verso l'orbita di Giove per poi ritornare nelle vicinanze del Sole, di nuovo alle alte latitudini, nel settembre 2000. Allora, durante la fase di massima attività del ciclo undecennale del Sole, gli scienziati si aspettano di trovare una visione globale della nostra stella radicalmente mutata (il Sole, infatti, si trova attualmente nella sua fase di inattività, o di "quiete", vale a dire che in un dato periodo di tempo si formano meno macchie solari).
Mentre la sonda comincia il suo passaggio sopra le regioni settentrionali del Sole, gli scienziati riferiscono varie scoperte del recente transito di Ulysses sopra il polo meridionale. Esse permettono loro di cominciare a tracciare una nuova immagine tridimensionale del Sole. Questi sono alcuni dei loro ultimi risultati:
Sono in corso osservazioni coordinate fra Ulysses e una sonda NASA lanciata di recente, denominata Wind e progettata per lo studio del vento solare tra il Sole e la Terra. Inoltre, queste due sonde stanno rilevando con successo gli elettroni che fuoriescono dal Sole dopo lo scoppio di flares nella parte esterna dell'atmosfera solare. Queste misurazioni permetteranno agli scienziati di tracciare per la prima volta una mappa delle linee dei campi magnetici, lungo le quali viaggiano gli elettroni, e forniranno nuove osservazioni per una definizione su larga scala delle strutture dei campi magnetici presenti nel vento solare.
Ulysses condurrà osservazioni coordinate anche con la sonda NASA Spartan, quando questa sarà lanciata nella tarda estate a bordo dello Space Shuttle. Scopo di tali osservazioni è studiare la distribuzione della materia nella parte esterna dell'atmosfera solare, in modo da aiutare i tecnici a progettare il software di una futura sonda europea, nota come Solar and Heliospheric Observatory.
La missione Ulysses è guidata congiuntamente da ESA e NASA per studiare le regioni sopra i poli solari. Il Jet Propulsion Laboratory sovrintende la parte statunitense della missione per l'Office of Space Science di Washington.
Identificata una nana bruna (16 giugno)
Il telescopio ottico più grande del mondo, puntato verso una delle più deboli sorgenti luminose della nostra galassia, ha trovato la miglior prova dell'esistenza di una nana bruna; quest'ultima è un oggetto simile ad una stella, ma la sua massa non è sufficiente a produrre la pressione e la temperatura necessarie per sostenere la fusione nucleare. Alla riunione di questa settimana dell'American Astronomical Society, Gibor Basri, Geoffrey Marcy e James Graham hanno annunciato che il telescopio di 10 metri di Keck ha ottenuto gli spettri delle stelle rosse più fioche nell'ammasso delle Pleiadi (M45), nel Toro. Il grafico del litio si è spostato verso l'alto solo per un oggetto, il più debole fra quelli presi in esame, che è stato denominato PPL 15: poiché esso possiede il litio, mentre i suoi vicini, di poco più luminosi, non ne hanno, presumibilmente quest'oggetto non ha sviluppato il processo di fusione a un punto tale da convertire il litio in altri elementi e da permettergli perciò di passare dallo stadio di nana bruna al grado di stella vera e propria.
Nuove prove rafforzano la teoria secondo la quale la nostra Luna è stata creata miliardi di anni fa in seguito ad un titanico impatto della Terra con un oggetto delle dimensioni di Marte. Utilizzando i dati raccolti l'anno scorso dalla sonda Clementine, lo scienziato planetario Paul Lucey e due suoi colleghi hanno rilevato la quantità di ferro presente in minerali su tutta la superficie lunare: la percentuale varia dallo zero delle terre alte al 14% circa dei mari. Ma questi valori sono più bassi di quelli che ci si aspetterebbe se la composizione della Luna fosse la medesima del mantello terrestre; perciò sembra abbastanza improbabile che la Luna abbia potuto formarsi insieme alla Terra o sia stata in qualche modo strappata da essa. Il gruppo di Lucey ritiene inoltre che le vaste aree della faccia nascosta della Luna non siano provviste di ferro, ma siano costituite da anortosite, una roccia silicatica ricca di alluminio. L'anortosite pura è rara sulla Terra, ma essa è esattamente il tipo di minerale che dovrebbe formare la crosta selenica, se una volta l'intera parte esterna della Luna era un unico mare di roccia fusa. E quasi certamente tale oceano di magma sarebbe potuto essere presente soltanto ammettendo che la Luna si è formata dopo un gigantesco impatto sulla Terra.
Il satellite della NASA X-ray Timing Explorer (XTE) che sarà lanciato a bordo di un razzo Delta II alla fine di quest'estate è arrivato oggi a Skid Strip alla stazione aerea di Cape Canaveral trasportato da un jet militare C-5. La veicolo spaziale è stato spedito dal Centro Voli Spaziali Goddard della NASA a Greenbelt, Md.
Lo scopo del satellite XTE è quello di raccogliere con i suoi tre strumenti, dati riguardanti oggetti che emettono raggi X all'interno della nostra galassia, la Via Lattea, e oltre. La navicella spaziale fornirà informazioni sulla natura, sulla sor-gente di energia e sulla evoluzione delle sorgenti a raggi X, come le nane bianche, le stelle a neutroni ed i buchi neri.
L'XTE di 6.700 libbre (1 libbra = 453,59 g) sarà trasportato oggi all'hangar AO di controllo delle navicelle spaziali della NASA sulla stazione aerea di Cape Ca-naveral per cominciare una attività di circa due mesi. Questa include il completamento delle integrazioni degli elementi del carico utile, tests di funzionamento, pulizia della navicella, installazione di artifici e attivazione delle batterie del veicolo. A metà agosto l'XTE sarà trasportato al Pad A al complesso 17 per l'unione con il razzo Delta II.
Il Delta/XTE è attualmente programmato per il lancio per il 31 agosto, ma comunque in dipendenza della disponibilità ai lanci di veicoli, la data è sotto revisione.
Alla NASA e alla Agenzia Spaziale Russa hanno fissato il 23 giugno 1995 come data di lancio per la prima missione di attracco tra lo statunitense Space Shuttle Atlantis e la stazione spaziale russa MIR.
Questa storica missione è la prima di sette missioni congiunte, già pianificate, che avviene quasi venti anni dopo che le due nazioni fecero i primi passi verso una cooperazione comune con il collegamento Apollo-Soyuz nel luglio del 1975. L'equipaggio dell'Atlantis sarà composto da cinque cosmonauti americani e due russi.
Il lancio del STS-71 è stabilito per le 5:08:37 del pomeriggio EDT all'apertura di una finestra di lancio di sette minuti. Il lancio del 23 giugno dovrebbe permettere l'attracco con il MIR per il quarto giorno della missione alle 10:30 antimeridiane EDT. L'Atlantis rimarrà attaccato al MIR per quasi cinque giorni durante i quali l'equipaggio a bordo di entrambi i veicoli coopererà nella conduzione di esperimenti di ricerca scientifica.
Alla fine delle attività svolte in comunione, i due cosmonauti russi lanciati a bordo dell'Atlantis assumeranno la guida delle operazioni della stazione MIR. L'equipaggio composto di 18 persone, che sono sulla stazione MIR dal 16 marzo, si uniranno all'equipaggio del STS-71 per il viaggio di ritorno sulla Terra. Uno dei 18 membri del MIR, l'astronauta americano Norm Thagard, farà ritorno a casa con il record americano di permanenza per un singolo volo spaziale, con più di 100 giorni nello spazio. Il record precedente era detenuto dai 4 membri dell'equipaggio dello Skylab, con 84 giorni nel 1973-1974.
La missione STS-71 ha una durata prevista di circa 10 giorni, 19 ore e 15 minuti se il lancio viene portato a termine il 23 giugno, con ritorno a terra previsto al centro spaziale Kennedy, sezione atterraggio dello Shuttle per il 4 luglio, 12.30 pomeridiane circa, ora terrestre.
La NASA si è unita alla Amministrazione Federale dell'Aviazione (FAA) e al Dipartimento della Difesa (DoD) nell'iniziativa generale di applicare le ricerche sui fattori umani al sistema nazionale aereospaziale. Il piano rappresenta un impegno nazionale nel rendere il sistema più sicuro e meno complicato per le persone che debbono usarlo.
"La NASA è orgogliosa di lavorare con la FAA e il Dipartimento della difesa nello sforzo per migliorare la sicurezza nella aviazione commerciale" ha detto il funzionario della NASA Daniel S. Goldin. Ha aggiunto inoltre che "Dal 1976, la NASA gestisce per la FAA il sistema di comunicazione di sicurezza aerea. Gli incidenti dell'aviazione riportati volontariamente e confidenzialmente da piloti, controllori del traffico aereo e altri, vengono conglobati per formare a livello mondiale il più completo database sui fattori umani dell'aviazione".
Il piano d'azione intitolato "Piano Nazionale per i fattori umani nell'aviazione civile", è compatibile con il consiglio nazionale della scienza e tecnologia del Vice presidente Albert Gore. Il Consiglio tratteggia un ordine del giorno, coordinato a livello nazionale, per raggiungere il primario obiettivo stabilito alla conferenza sulla sicurezza industriale tenuta dal Dipartimento dei trasporti lo scorso gennaio, e cioè di eliminare errori accidentali ed incidenti attribuibili all'errore umano. A dispetto del successo delle più sofisticate e affidabili tecnologie, la proporzione degli incidenti attribuibili all'errore umano è ancora alta quanto il 60-80 percento.
L'iniziativa porterà i risultati della ricerca alla comunità operativa. In aggiunta il piano ha tre obiettivi principali: identificare necessità e problemi operativi che riguardano esecuzione umana; programmi guidati di ricerca che si indirizzano al fattore umano; e provocare la partecipazione dei maggiori scienziati nazionali e professionisti dell'aviazione nel governo, nell'industria privata e nell'università.
Il piano condividerà i risultati delle ricerche con le agenzie governative partecipanti e il settore privato allo scopo di aumentare la velocità e l'efficenza per mezzo delle quali nuovi concetti di esecuzione umana possono venire esaminati, convalidati e incorporati nel sistema di aviazione nazionale.
Il gruppo di ricerca microlensing OGLE (A. Udalski, M. Szymanski, J Kaluzny, M. Kubiak, W. Krzeminski e M. Mateo; Osservatorio dell'Università di Warsaw, Istituto Carnegie di Washington, e Università del Michigan) rivela la scoperta per mezzo del sistema di primo avviso dell'OGLE di un possibile altro evento microlensing gravitazionale in avanzamento: "Osservazioni raccolte con il telescopio di un metro Swope all'Osservatorio di Las Campanas indicano che la stella (R.A.=18h02m07s59, Decl. = -30o01'13".0, equinox 2000.0) è diventata più luminosa di circa 0.7 magnitudini dalla sua normale luminosità durante 1992-1994 (I = 18.45, V-I = 1.55). La candidata sembra essere nel ramo risalente della curva microlencing della luce, molto avanti del massimo. L'evento avrà molto probabilmente una lunga evoluzione. Incoraggiamo ulteriori osservazioni fotometriche e spettroscopiche che possano fornire valide informazioni sull'oggetto microlensing. Un prospetto dei risultati, curva della luce e regolarmente aggiornate fotometrie possono essere trovate nell'archivio dell'OGLE (anonymous ftp: sirius.astrouw.edu.pl, directory /ogle/news/1995/bw5)".
M. Hicks e W. Grundy, del laboratorio lunare e planetario, università dell'Arizona, scrivono: "Spettrogrammi CCD (0.55-1.05 micron, risoluzione 1.5 nm) dell'asteroide in avvicinamento alla Terra 1991 JX, sono stati presi alla stazione di Catalina con il telescopio di 1.54 metri nei giorni 29, 30 e 31 maggio scorsi. L'analisi degli spettri mostra che il riflesso relativo di 1991 JX è in completo accordo con la famiglia spettrale di oggetti tipo Vesta già identificati da Binzel e Xu (1993, Science 260,186). Le nostre osservazioni rappresentano un totale di 6,8 ore di integrazione. Lo spettro composito mostra una caduta verso il rosso, che aumenta con un fattore del 12 percento su una gamma da 0.55 a 0.70 micron. L'apparente assorbimento di banda di pyroxene è centrata a 0.92-0.94 micron, con una caratteristica direzione verso l'alto, a lunghezze d'onda più lunghe.
Magnitudini totali non filtrate al CCD riportate da J.V. Scotti, Kitt Peak (0.9-m. telescopio Spacewatch): Maggio 23.20 tempo universale, 21.4; 23.24, 21.0. La cometa è apparsa quasi stellare, con un diametro della chioma di 8' il 23 di maggio.
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