1) | Galilei, Galileo (1564-1642), Sidereus nuncius, Venezia, Apud Thomam Baglionum, 1610 | |
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Il volto moderno della Luna apparve per la prima volta la sera del 30 novembre 1609, quando Galileo Galilei, che si trovava a Padova, puntò il suo cannocchiale verso la Luna, notò le irregolarità che la caratterizzavano e realizzò uno schizzo per registrare le sue scoperte. Nei successivi diciotto giorni, egli tracciò almeno altri cinque disegni, sulla base dei quali preparò degli accuratissimi acquerelli: quattro di questi li scelse da pubblicare come stampe a corredo del suo rivoluzionario Sidereus Nuncius, che comparve nel marzo successivo. In questo trattato Galileo annunciava ad un pubblico meravigliato che la Luna era un ammasso craterizzato di elementi - un mondo - e non già un globo di quintessenziale perfezione. Era una nuova terra, che doveva essere esplorata, mappata e battezzata. Era nata la selenografia. | ||
Parecchie formazioni lunari sono abbastanza riconoscibli in questa stampa, la seconda della serie, basata su uno schizzo realizzato il 3 dicembre 1609. Le montagne a est del Mare Imbrium (Mare delle Piogge) formano l'anello in alto; il grande cratere in basso è probabilmente Albategnius, sebbene sia di dimensioni un po' maggiori di quando sia in realtà, riflettendo il disegno l'impressione che esso fece alla mente di Galileo. |
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